La storia di Aci San Filippo e della sua Cattedrale

È una splendida opera d’arte, grandiosa e ricca. Una chiesa a croce greca su sedici colonne, tappa imperdibile per appassionati di architettura, storia e arte. Parliamo della splendida Cattedrale di Aci San Filippo, le cui origini di costruzione sono trecentesche, modificate dai successivi rifacimenti del sedicesimo secolo, che la mostrano come la vediamo oggi.

La terra del mito. L’antica borgata di Aci San Filippo, che sorge alle falde dell’Etna, tra il profumo di limoni e quello del mare di Trezza, si trova proprio nel luogo mitologico in cui è ambientato il mito di Aci e Galatea. Si racconta che le origini del paese siano legate a Xiphonia, una misteriosa città greca, oggi del tutto scomparsa. Alla fondazione della città i poeti Ovidio e Virgilio hanno legato anche la storia d’amore della ninfa Galatea e del pastorello Aci, contrastata dal ciclope Polifemo. In età romana esisteva, invece, una città denominata Akis che fu parte attiva delle guerre puniche. Allo stesso modo, le storie della medievale Iachium e poi della città araba Al-Yag, si legano a quella del Castello di Aci.

Le terre di Aci. Fino al XVII secolo, la storia di Aci San Filippo sarà legata a quella degli altri casali del territorio di Aci. Sotto gli spagnoli, il grande sviluppo di Aquilia Nuova (oggi Acireale) causò contrasti e rivalità con gli altri casali, che pretendevano l’autonomia amministrativa, che infine riuscirono ad ottenere. Ne nacquero Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci San Filippo, Aci Sant’Antonio, Aci Platani (oggi frazione di Acireale), Aci Trezza (oggi frazione di Aci Castello), Aci Catena e Aci Santa Lucia (frazione di Aci Catena).

Lo sviluppo in età medievale. Lo sviluppo del paese iniziò intorno ad una vecchia torre di avvistamento di epoca normanna, oggi torre campanaria. Addosso a questa struttura vetusta fu eretta la chiesa, subito dopo la cacciata dei saraceni, dove prima vi era solo un altarino. Tra il 1200 e il 1400 le fonti storiche sono molto poche, ma ciò che è evidente è la crescente importanza della chiesa di San Filippo di Carchina all’interno di un contesto composto da altre chiese rurali. Sono infatti due le chiese citate nel bosco di Aci, quella di Santa Maria di Valverde e quella di San Filippo.

I riconoscimenti della Chiesa. Nel 1730 l’abate Filippo La Rosa, nel suo testamento, ha ordinato che all’interno della chiesa di San Filippo fosse eretta una collegiata con l’elezione di tre dignità, Preposito, Cantone e Tesoriere, nove canonici e quattro mansionari. Nel 1750 il vescovo di Catania, mons. Faraone, ha denominato la chiesa come matrice di tutte le altre chiese acesi.

Il terremoto del 1818. Nel 1818 il terremoto sconvolse nel tardo pomeriggio del 20 febbraio le pendici del monte Etna, seminando morte e distruzione in molti paesi. Aci San Filippo ne uscì salva senza distruzione né morti e ciò fu attribuito alla protezione del suo Santo patrono.

La Cattedrale nel ‘900. Nel novembre 1910 il vescovo di Foggia, mons. Salvatore Bella, ha consacrato solennemente la chiesa. Durante la grande guerra, il paese fu bombardato dai tedeschi in ritirata, con due granate che colpirono la chiesa causando un morto e diversi feriti.

Da chiesa matrice a Basilica Pontificia. Nel maggio 2009 papa Benedetto XVI ha elevato la chiesa madre di Aci San Filippo a Basilica Pontificia, concedendo, nel novembre dello stesso anno, un anno giubilare parrocchiale, per celebrare i 100 anni della consacrazione. Nel maggio 2015 fu inaugurato il museo della Basilica intitolato allo stesso papa Benedetto XVI.

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